martedì 8 aprile 2014

Every girl digital



UNA PAGINA FACEBOOK PER CONDIVIDERE STORIE DI DONNE CHE  SI SONO AFFERMATE CON LA TECNOLOGIA


Lo scorso mese di marzo la Camera ha bocciato le quote rosa, il meccanismo che alle prossime elezioni avrebbe potuto garantire un’adeguata presenza femminile nel Parlamento italiano. Alcune rappresentanti del sesso femminile hanno visto nell’emendamento, sottoscritto in modo trasversale da molte parlamentari di tutti gli schieramenti, un tentativo di far divenire le donne una sorta di “specie protetta”. Altre invece, constatano tristemente l’arretratezza culturale del nostro Paese che viene ben rappresentata anche sui banchi di Montecitorio ma non solo. In effetti, io credo che nonostante le battaglie del movimento femminista negli anni ‘60 e le grandi conquiste delle donne da allora fino ad oggi, ci troviamo ancora a confrontarci con una sorta di discriminazione verso il sesso femminile.
E dato che in questa rubrica si parla soprattutto di social network e di tutto quanto ruota intorno ai nuovi potenti strumenti di comunicazione che sono nati e si sono così prepotentemente affermati grazie alla Rete, ecco il nocciolo della questione: le donne sono in minoranza anche in questo innovativo e promettente settore.
E tutto questo accade certamente non perché manchino di competenze e attestati accademici, oltre che delle capacità per colmare questa sorta di digital divide nei confronti dell’altra metà del cielo, quella maschile per intenderci. No, i motivi devono essere altri e occorre superare velocemente questo gap, almeno per quella parte di donne che desiderano conquistarsi un posto di rilievo nel settore del digitale e delle Tic (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) seguendo l’esempio delle poche “pioniere” che hanno fiutato il business ed ora si trovano a cavalcare l’onda… informatica.
Neelie Kroes www.inspiringfifty.com
È di marzo infatti una dichiarazione di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, che afferma: «La tecnologia è troppo importante per essere lasciata solo agli uomini! Ogni settimana incontro donne eccezionali nel campo della tecnologia. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione non sono più per pochi smanettoni. Sono fantastiche e sono il nostro futuro! Solo il 9% di donne tra gli sviluppatori di app? Ma andiamo! Provate a sviluppare un'app e scoprirete che può essere uno spasso!».
Insomma, l’economia digitale e il settore delle app in Europa sono in piena espansione, ma dove sono le donne? Anche qui purtroppo la presenza femminile è quasi inesistente se si considerano i dati snocciolati dalla stessa Commissione europea: in tutto il territorio dell’Unione solo 9 sviluppatori su 100 sono donne, solo il 19% dei manager nel settore delle Ticd è di sesso femminile (dato avvilente se paragonato al 45% registrato in altri settori dei servizi). Inoltre, solo il 19% degli imprenditori nel settore delle Tic è di sesso femminile (contro il 54% in altri settori dei servizi), mentre per quanto concerne la forza lavoro in questo settore le donne non arrivano alla soglia del 30%.
Forse il gentil sesso ritiene il settore delle Tic più adeguato alla mentalità maschile, pragmatica e portata al calcolo matematico e alla tecnologia? A parte il fatto che conosco ingegneri, architetti, informatici di sesso femminile in grado di fare pelo e contropelo a qualsiasi collega di genere maschile, il settore in realtà offre possibilità di occupazione in diversi ambiti che non sono rigorosamente collegati con la tecnologia in senso stretto.
E se il numero di donne laureate in informatica è in calo (3% di donne rispetto al 10% di uomini), nondimeno Neelie Kroes lancia la sua sfida: «Vogliamo fornire una piattaforma dove le donne possano condividere le proprie esperienze e raccontare come si sono affermate con la tecnologia. I casi di donne che hanno avuto successo sono tanti. Raccontateci la vostra storia e aiutateci a ispirare la prossima generazione!».
Per aderire alla campagna occorre realizzare un video raccontando la propria storia sulla vita nel settore digitale e caricarlo sulla pagina Facebook "Every Girl Digital".
La Commissione europea ha infatti lanciato questa campagna per trovare e celebrare modelli che incoraggino le giovani donne e le ragazze a intraprendere lo studio e a perseguire una carriera nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Naturalmente l’invito è esteso anche agli uomini, poiché l’obiettivo è condividere il maggior numero possibile di casi di successo nell'economia digitale, così da ispirare altre donne e ragazze e spingerle a considerare una carriera nel campo della tecnologia.
Le donne hanno grandi potenzialità per riuscire in questo campo, come testimoniano le donne ispiratrici che hanno dato il via alla campagna: Monique Morrow, @mjmorrow, in Svizzera, non avrebbe mai pensato di intraprendere una carriera nel settore It (Information technology). A portarla su questa strada è stata la sua capacità di risolvere i problemi. Grazie all'informatica ha girato il mondo, conosciuto diversi settori e fatto molte esperienze interessanti. È una vita che le piace e la trova divertente.
Lindsey Nefesh-Clarke, @WomensW4, in Francia, lavora nel settore delle Tic e si occupa di sviluppo. Le Tic hanno per lei il potere di trasformare il mondo, favorendo l'emancipazione femminile. L'ingresso del Bangladesh nell'era digitale l'ha portata dove si trova adesso. Il suo consiglio per le ragazze? «Cosa aspettate? Provate per credere!».
Sofia Svanteson, @sofiasvanteson, in Svezia, consiglia alle giovani donne che desiderano intraprendere una carriera nel comparto tecnologico di aprirsi alle potenzialità offerte dalla tecnologia. Secondo lei, i progressi in questo campo non possono essere fini a se stessi; solo qualcosa di intuitivo e che abbia un senso può cambiare in meglio la vita delle persone. Sofia ritiene straordinario poter far parte di questo processo.
Altre donne si sono raccontate: Eva Berneke (Danimarca), Anneke Burger (Paesi Bassi) e Naomi Shah (Stati Uniti). Cliccando questo link http://inspiringfifty.com/ o meglio qui http://inspiringfifty.com/50-inspiring-women-list-2013-nl-2/ potrete scoprire storie illuminanti.

Be Social, be digital, be smart.


Fonti: Ufficio Stampa Commissione Europea

martedì 1 aprile 2014

Tablet delle mie brame

QUAL E' IL PIU' USEFUL DEL REAME?

courtesy of Apple.com
Sembrerebbe in arrivo il nuovo Ipad Pro che avrà uno schermo da 12,9 pollici mentre, è notizia di oggi, su App Store è disponibile (finalmente) Microsoft Office per Ipad. La lieta novella ha subito attirato la mia attenzione perché, confesso, ho litigato parecchio con il mio tablet proprio per i limiti che ora sembrerebbero superati o in procinto di esserlo: schermo piccolo, software inesistente o quasi. Il problema non era da poco tanto che, ammetto, a un certo punto mi ero rassegnata ed ero arrivata alla conclusione che, sì, il tablet è il concentrato di una fantastica tecnologia ma poco utilizzabile per chi, come me, ha necessità di scrivere testi anche piuttosto lunghi magari alle conferenze stampa o durante un'intervista. Non parliamo poi della necessità di scaricare allegati dalle e.mail, nove volte su dieci non si riesce perché non è stato installato il software e chi ha tempo di andarselo a cercare e acquistare?
courtesy of sxc.hu
Spesso ho risolto scrivendo appunti e interviste in una nuova mail ed inviandola alla mia casella di posta elettronica ma non vi dico con quale difficoltà. Ho dita abbastanza affusolate ma scrivere con quelle mini tastiere a video è praticamente impossibile, si deve ricorrere al correttore automatico continuamente e nel frattempo si perde un pezzo di conversazione. Sì certo, ci sono anche le mini tastiere da agganciare ma lo schermo rimane piccolo mentre il peso diventa grande per essere trasportato in una borsetta. Too coquettish?

Quando l’azzardo non è più un gioco

NASCE A VARESE MA DEBUTTA A FIUGGI L’E.BOOK SUL GIOCO PATOLOGICO


“Giochi pericolosi: quando la scommessa diventa la tua vita. Azzardo e lavoro: binomio sostenibile?” questo il titolo del volume a cura di Vera Stigliano, presidente dell’Ordine Consulenti del Lavoro di Varese, e Daniela Capitanucci, presidente onorario And - Azzardo e nuove dipendenze di Gallarate (Va) presentato al Festival del Lavoro (Fiuggi, 20-22 giugno 2013)

“Il lavoro al centro dello sviluppo”. Questo il titolo della 3 giorni nell’ambito della quale a Fiuggi è stato presentato il volume “Giochi pericolosi: quando la scommessa diventa la tua vita. Azzardo e lavoro: un binomio sostenibile?”.
È essenziale che il lavoro, e non l’azzardo, si ponga al centro delle politiche economiche italiane, ancor più in un momento di crisi e recessione come quello attuale. Invece, dimenticando il cardine fondante della nostra costituzione, l’Italia in questo ultimo decennio parrebbe essersi trasformata da Repubblica fondata sul lavoro a Repubblica fondata sull’azzardo.
Ecco allora che dal sodalizio tra le due curatrici, l’una consulente del lavoro e presidente dell’Ordine provinciale di Varese e l’altra psicologa esperta in materia di gioco d’azzardo e fondatrice di And - Azzardo e Nuove Dipendenze (associazione di solidarietà familiare che dal 2003 accoglie le storie drammatiche di chi ha sperimentato lo stravolgimento della propria vita a causa dell’azzardo), nasce il percorso che ha dato origine al volume: a partire dalla provocazione lanciata (e raccolta) al mondo delle professioni e alla società civile, nel libro viene sviscerato l’intreccio tra mondo del lavoro e patologia da gioco d’’azzardo.
L’analisi condotta da Stigliano e Capitanucci mette in luce quanto il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo (sebbene spesso venga vissuto in solitudine e vergogna dalle persone colpite) si configuri invece come un fenomeno tutt’altro che privato, col rischio di trasformarsi in una emergenza sociale allorché, come analizzano le curatrici, il fenomeno del gioco d’azzardo patologico si mostra essere tutt’altro che ininfluente sul mondo del lavoro. Perché se è vero che oggi in Italia anche l’azzardo è un’industria fiorente con un fatturato che nell’anno 2012 ha sfiorato i 90 miliardi di euro, è anche vero che il business dell’azzardo ha anche dei costi che se si abbattono sulla collettività e diventano rilevanti allorché vanno ad interferire con altri ambiti, quale ad esempio quello lavorativo, per ciò stesso andrebbero contabilizzati.
Il volume rappresenta il documento finale, la testimonianza tangibile, messa a disposizione della collettività, di quanto emerso nel convegno in due moduli “Gioco d’azzardo patologico: causa ed effetti sul nostro territorio” organizzato a Varese dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Varese, dall’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro e da And-azzardo nuove dipendenze tra ottobre e dicembre 2012. L’evento ha visto il coinvolgimento eccezionale di ben una decina tra Ordini e Collegi professionali del territorio ma non solo, anche il Consiglio notarile di Milano ha aderito all’iniziativa riconoscendone il valore.
Questo il link per acquistare l’e.book “Giochi pericolosi: quando la scommessa diventa la tua vita. Azzardo e lavoro: un binomio sostenibile?” http://ecommerce.consulentidellavoro.it/index.php?id_product=51&controller=product