giovedì 9 ottobre 2014

Pane e Internet, parola di Mark

Il viaggio in India del fondatore di Facebook

Non era sulle tracce dei Beatles per ricalcare il loro viaggio mistico tra meditazioni trascendentali e maestri yogi. No, Mark Zuckerberg era lì in occasione del primo Internet.org Summit organizzato dalla società di Palo Alto. Nuova Delhi, India, il Paese che ha lanciato il trend di sfregiare il viso delle donne con l'acido. Sempre quel Paese che detiene i nostri marò infischiandosene delle Leggi internazionali e del fatto che se esiste la pirateria, in qualche modo ci si dovrà pur difendere e certo non usando le cerbottane e le palline di carta. E sì, nutro una certa avversione nei confronti di quella terra che in gioventù avrei voluto tanto visitare. Il suo fascino era quasi irresistibile. Ma oggi? Oggi è il luogo dove si stuprano le ragazzine e poi si impiccano a un albero.
Ma è anche un mercato immenso, con oltre 100 milioni di sottoscrittori è il secondo mercato per il social network, preceduto soltanto dagli Usa. E' naturale che il fondatore di Facebook dichiari che "l'accesso ad Internet è un diritto umano", business is business. Ma a cosa serve dotare di connessione e pc un popolo che vive in una sorta di oscurantismo medievale? Quello che occorre, prima di tutto, è un'evoluzione culturale, un'apertura verso una forma più civile di convivenza e di rispetto. Se la miss di un concorso di bellezza viene minacciata di morte, il nostro Mark cosa pensa che succederà alla ragazzina che "posta" le sue foto sui social network?

Nessun commento:

Posta un commento