Inutile rimarcare l'importanza della rete di relazioni che riesce ad instaurare chiunque abbia un'attività, sia che si tratti di un'azienda, di un libero professionista, di un ente o di un'associazione non profit. La rete, o network che dir si voglia, è un'inesauribile fonte di informazioni, di potenziali clienti, di possibili iscritti, associati, sostenitori, ma anche stimolo di crescita. Questa riflessione mi sorge dopo aver letto un articolo pubblicato sul portale Pmi.it dove, a fianco di statistiche frutto di un'accreditata ricerca "Antropologia del networking", condotta da Linkedin e Ipsos, si riportano preziosi consigli per crearsi una rete efficiente di contatti.
Non so voi, ma io vengo sempre irresistibilmente attratta dalla voce consigli, oppure segreti, dritte, mosse furbe e così via discorrendo. Saltando a piè pari, o quasi, le statistiche che, peraltro, stigmatizzano la differenza di comportamenti tra Nord e Sud, sono subito andata a leggermi avidamente i suggerimenti con la segreta speranza di trovare qualche spunto nuovo.
La delusione è stata cocente. I consigli, dispensati addirittura dal deus-ex-machina Linkedin, sono abbastanza ovvi e chiunque abbia un minimo di dimestichezza con l'uso e le caratteristiche dei social network con un minimo di riflessione ci può tranquillamente arrivare.
Eccone qualcuno: importanza della prima impressione e, di conseguenza, della foto (leggi mio post "Gli effetti collaterali dei social network"). Suvvia, adesso non vorrete farmi credere che eravate all'oscuro dell'effetto negativo che può provocare una foto brutta, non veritiera, o scattata mentre un po' brilli vi reggete a un amico o compagno di bevuta occasionale durante un "ape" in centro città. O, peggio ancora, mentre sfidate gli amici a chi sputa più lontano, e mi fermo qui...
Secondo consiglio: stringere rapporti con colleghi e superiori e intrattenere conversazioni lunghissime. A parte il fatto che potreste passare per degli emeriti scocciatori (vedete quando sono politically correct nell'uso del linguaggio più appropriato?), non è detto che i vostri argomenti siano graditi o condivisi dalla controparte. Occhio quindi, perché questo potrebbe rivelarsi un terreno minato. Quello che posso suggerire, per quella che è la mia modesta esperienza, è di improntare le relazioni sul web esattamente come si farebbe, o si dovrebbe fare, nella vita reale: trasparenza, sincerità, onestà. Se non conoscete un argomento, non fingetevi esperti. Se non amate la musica classica, o una parte politica, o non condividete un punto di vista, forse la tattica migliore è glissare, scivolare con noncuranza su altri argomenti, fingere un black out della connessione, and so on... Ricordate, sempre, che le conversazioni sui network non sono quasi mai totalmente private e, in fin dei conti, se la vostra finalità è stringere buone relazioni professionali non è quella la sede per avviare dibattiti o polemiche se non volete che le buone relazioni si trasformino in un boomerang dagli effetti esattamente opposti.
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Tim Cook, CEO Apple |
A onor del vero il fare outing dell'azienda di Cupertino è stato oggetto di valutazioni controverse, in molti hanno giudicato azzardata la mossa di Cook che, secondo i critici, avrebbe consegnato i clienti alla concorrenza. D'altro canto c'è stato invece chi ha sostenuto che questa è stata la dimostrazione del fatto che Apple non teme concorrenza di sorta. Ai posteri l'ardua sentenza.
Tornando ai nostri consigli, non vi tolgo tutto il divertimento e vi lascio la gioia di andarveli a leggere direttamente nell'articolo citato.

Patrizia Kopsch
Doctor in Social Media Addiction
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