Lo so, in fondo è facile parlar male delle iniziative altrui ma non riesco proprio a resistere, trascende ogni mio controllo.
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...trascende ogni mio controllo... |
Glissiamo sulla location e sulla disposizione dei tavoli, che costringeva i peggio posizionati a scomode quanto dolorose contorsioni per girarsi a guardare il tavolo dei relatori o, meglio, delle relatrici.
Non riuscendo a trattenere un rigurgito di veleno, verso fine serata ho confidato a uno dei commensali, giornalista come me, che se avessi scritto un pezzo su quell'iniziativa l'avrei titolato "Lasciate fare alle donne". Ma non con l'intenzione di elogiare il genere al quale, mio malgrado in alcune occasioni, appartengo.

Pertanto, dopo un'introduzione e una presentazione orribile peggiorata da un impianto audio assassino, con fischi, sibili e un'eco spaventosa, con grande magnanimità veniamo omaggiati della lettura di alcune pagine del libro in questione.
Una banalità dietro l'altra. Avanti, ditemi che nessuno di voi era a conoscenza del linguaggio del corpo e degli atteggiamenti seduttivi del genere maschile e femminile. Ditemi che non avete mai letto sui tabloid e su 127.935 siti Internet che le donne si toccano i capelli e gli uomini si aggiustano la cravatta, oppure infilano i pollici nella cintura. Ma non è finita qui. Ecco la lettura di una sorta di questionario che elenca quello che i due sessi non sopportano l'uno dell'altro quando sono a tavola. Bene, adesso ditemi che secondo voi è credibile che un uomo, al primo appuntamento, non solo vi chieda di raggiungere il ristorante con mezzi vostri ma addirittura pretenda che vi preoccupiate di tenergli un posteggio libero. Mah... Comunque, dopo quasi mezz'ora di sofferenza viene annunciata la cena, evviva! Anzi no. L'attesa dei ritardatari prima, la prolusione infinita dopo, hanno inciso negativamente sulla prima (e unica) portata che arriva nei nostri piatti indecorosamente fuori tempo. E immangiabile. Si ricomincia con la lettura, gli elogi, le domande e le battute.
Insomma, questa serata mi ha deluso, non ho appreso niente di nuovo. Mi sarei aspettata di conoscere almeno in parte cosa detta il bon ton, qualcosa di più stuzzicante, mentalmente stuzzicante. E invece niente, neanche un tentativo di intrattenere gli ospiti magari con qualche domanda impertinente per sondare il grado di "preparazione" in fatto di buone maniere e di educazione a tavola.


Mi rendo conto che raggiungere l'eccellenza è davvero arduo, tuttavia se il buon gusto è una predisposizione innata, il senso dell'opportunità e l'umiltà dovrebbero guidare le nostre azioni quotidiane.

The Doctor
in Social Media Addiction
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