venerdì 30 novembre 2012

LIBRI, BON TON E CUCINA

Ci risiamo...

Lo so, in fondo è facile parlar male delle iniziative altrui ma non riesco proprio a resistere, trascende ogni mio controllo.
...trascende ogni mio controllo...
Andiamo al sodo. Partecipo alla presentazione di un libro su cucina e buone maniere a tavola. Per inciso, ospite pagante. E dunque come tale mi aspetto di avere un trattamento adeguato ma, soprattutto, sono impaziente di apprendere curiosità, indicazioni e breaking news sull'etichetta e sul comportamento della signorina bon ton a tavola.
Glissiamo sulla location e sulla disposizione dei tavoli, che costringeva i peggio posizionati a scomode quanto dolorose contorsioni per girarsi a guardare il tavolo dei relatori o, meglio, delle relatrici.
Non riuscendo a trattenere un rigurgito di veleno, verso fine serata ho confidato a uno dei commensali, giornalista come me, che se avessi scritto un pezzo su quell'iniziativa l'avrei titolato "Lasciate fare alle donne". Ma non con l'intenzione di elogiare il genere al quale, mio malgrado in alcune occasioni, appartengo.
Un chiocciare continuo, uno sproloquio di complimenti, di elogi e di reverenti melensaggini. Ecco, questo è stato il contributo dato dall'autrice del libro e dalle sue damigelle, perché non si possono definire altrimenti le persone che l'affiancavano nel vano tentativo di fare da moderatrici e relatrici. Insomma, se il libro è bello e scritto bene lasciatelo dire a chi lo leggerà (sempre ammesso che ne abbia ancora voglia dopo una serata simile).
Pertanto, dopo un'introduzione e una presentazione orribile peggiorata da un impianto audio assassino, con fischi, sibili e un'eco spaventosa, con grande magnanimità veniamo omaggiati della lettura di alcune pagine del libro in questione. 




Una banalità dietro l'altra. Avanti, ditemi che nessuno di voi era a conoscenza del linguaggio del corpo e degli atteggiamenti seduttivi del genere maschile e femminile. Ditemi che non avete mai letto sui tabloid e su 127.935 siti Internet che le donne si toccano i capelli e gli uomini si aggiustano la cravatta, oppure infilano i pollici nella cintura. Ma non è finita qui. Ecco la lettura di una sorta di questionario che elenca quello che i due sessi non sopportano l'uno dell'altro quando sono a tavola. Bene, adesso ditemi che secondo voi è credibile che un uomo, al primo appuntamento, non solo vi chieda di raggiungere il ristorante con mezzi vostri ma addirittura pretenda che vi preoccupiate di tenergli un posteggio libero. Mah... Comunque, dopo quasi mezz'ora di sofferenza viene annunciata la cena, evviva! Anzi no. L'attesa dei ritardatari prima, la prolusione infinita dopo, hanno inciso negativamente sulla prima (e unica) portata che arriva nei nostri piatti indecorosamente fuori tempo. E immangiabile. Si ricomincia con la lettura, gli elogi, le domande e le battute.
Insomma, questa serata mi ha deluso, non ho appreso niente di nuovo. Mi sarei aspettata di conoscere almeno in parte cosa detta il bon ton, qualcosa di più stuzzicante, mentalmente stuzzicante. E invece niente, neanche un tentativo di intrattenere gli ospiti magari con qualche domanda impertinente per sondare il grado di "preparazione" in fatto di buone maniere e di educazione a tavola.
Per il giornale che ho diretto fino a marzo 2012 ho curato per tantissimi anni decine e decine di pagine dedicate al matrimonio e al galateo degli sposi, alle cose da fare e da non fare stilando elenchi di questo sì e questo no e con il tempo mi sono appassionata a questo aspetto del vivere in società. L'etichetta, il galateo o le buone maniere esercitano un fascino irresistibile su di me e ritengo facciano parte di un bagaglio irrinunciabile della persona. Mentre sto scrivendo questo pezzo, in sottofondo sto ascoltando Quattro matrimoni e un funerale, un film che trovo veramente spassoso e intrigante così come spassoso, intrigante e veramente sexy trovo Hugh Grant, l'interprete principale.


Scenari inglesi, ladies and gentleman e vecchie berline, uomini in tight con fiore all'occhiello, il fascino irresistibile degli occhi azzurri e lo sguardo scanzonato del bellissimo Hugh.
Mi rendo conto che raggiungere l'eccellenza è davvero arduo, tuttavia se il buon gusto è una predisposizione innata, il senso dell'opportunità e l'umiltà dovrebbero guidare le nostre azioni quotidiane.
Forse, quando si organizzano eventi la domanda che ci si dovrebbe porre - o forse sarebbe meglio dire che ci si dovrebbe porre almeno una domanda - è: cosa offriamo a chi parteciperà?




The Doctor
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